domenica 1 marzo 2009

Obama o … non-Obama ??

Romeo Lucioni

La dimensione della crisi che ha colpito il “sistema globale” (che è anche il frutto di una crisi culturale prima che politica e sociale) sta portando a porci delle domande che sono fondamentali per tracciare le linee-guida del nostro futuro ed anche, si spera, per comprendere quali siano le basi strutturali di un vivere civile, capace d veramente di “imporre” a tutti la libertà, la giustizia, la sussidiarietà, le pari opportunità, il diritto ad essere se stessi nella famiglia, nella società e nel mondo.
La tesi che stiamo dibattendo è quella per la quale il nucleo centrale del problema è il riconoscimento di un dominio universale di una burocrazia onnipotente, autoritaria e antisociale proprio perché incapace di prendere in considerazione i diritti e la centralità assoluta dei cittadini che dovrebbero essere coloro che detengono … il potere.
Questa “nuova coscienza” deve essere imposta alla burocrazia proprio perché la sua “onnipotenza usurpata” le impedisce di tornare indietro, di autoregolarsi sulla base di una visione critica della realtà e delle cause profonde della crisi e del fallimento di un sistema.
È interessante scoprire nella storia come siano stata affrontate le situazioni critiche.
Per non andare per le lunghe, consideriamo dolo il “sistema burocratico-centralista della URRSS. Di fronte alla crisi globale (nel suo interno) il “sistema burocratico russo” non ha saputo affrontare per tempo i problemi e …è andato inesorabilmente verso il baratro: la morte del sistema.
La caduta del muro di Berlino ha indotto nell’occidente capitalistico, sentimenti di onnipotenza (usurpati al sistema comunista-collettivista) che hanno portato a radicalizzare i principi di una presunta superiorità, capace di formalizzare l’assurda presunzione di una … crescita inesorabile ed infinita.
L’assurdità, l’incoerenza e la demenziale idea di superiorità razionalistico- imperialista hanno portato al disastro … alla crisi globale e profonda (… saremo capaci di superarla?) che oggi soffoca tutti in tutte le latitudini.
Di fronte a tutto questo, abbiamo due proposte:
a) l’America di Obama che dice: la crisi è il segno di una concezione sbagliata della logica politico-economica e, quindi, bisogna cambiare tutto;
b) l’Europa che, trincerata su posizioni che chiamiamo “razionalistiche”, sostiene che l’organizzazione è perfetta e che è questa che ha in sé la capacità dialettica (… soltanto con le parole) di trovare la via per ritrovare la crescita senza cambiare.

Se vogliamo fare un esempio semplice e concreto:
a) Obama dice: è assurdo continuare a produrre automobili lunghe sei metri, che consumano a “cavilla libre” (rubinetto aperto); cominciamo a ridurre le spese. Facciamo automobili a misura di necessità, ecologiche, che consumano poco e, nello stesso tempo, diamo un sognale forte: dimezziamo (o quasi, non importa) gli emolumenti dei burocrati (pubblici e privati) ai quali cominceremo ad applicare la legge della “responsabilità” etica, professionale e sociale;
b) l’Europa dice: Obama sbaglia perché gli americani non possono cambiare, sono abituati alle loro “enormi automobili da crocera”, si sentono onnipotenti e sicuri che il loro sistema è infallibile …. Non bisogna cambiare nulla, meno ancora dimezzare gli stipendi (e le pensioni) ai burocrati che sono … la mente indiscussa dell’economia … i gurù del progresso, che sapranno trovare le leve giuste per la ripresa.

Ecco dunque il senso della questione:
Obama o non Obama ???
Oggi è il primo giorno che il “Giornale” esce con un aumento del 20% del prezzo. Come mai??
È evidente che anche il Giornale si adegua alla legge ferrea del mercato!!!
- non posso continuare a pagare la struttura che ho però … non voglio cambiarla: è perfetta!!!
- Non ricevo più i compensi necessari dal “sistema della pubblicità” perché le imprese sono in difficoltà, non importa … basta aumentare il prezzo del quotidiano del 20% anche se il Governo liberale che sosteniamo dice che i prezzi sono globalmente diminuiti e la crisi può essere “sopportata” dai cittadini.
Il ragionamento è semplice, ma …sicuramente poco coerente:
- i famosi cittadini italiani (glorificati da Berlusconi perché capaci di “risparmiare”), non sono sicuramente disposti a impegnare i loro risparmi (che sono, ricordiamolo bene, frutto di enormi sacrifici) per foraggiare i burocrati-cervelloni del “Giornale”;
- la maggioranza dei lettori non sono sicuramente dei miliardari e quindi fanno fatica a … pagare il quotidiano un 20% in più;
- diminuiranno le vendite e .. quale sarà la soluzione dal momento che torneremo al punto di partenza??
A nostro modo di vedere non c’è nessun’altra strategia che quella di Obama e quindi … Obama-sì !!!
Smettiamo con la politica idiotamente onnipotente e cominciamo a dare un segnale forte !! alla maniera di Obama !!
- dimezziamo i salari miliardari dei cosiddetti dirigenti;
- riduciamo drasticamente le spese istituzionali (… guarda, guarda … che strano!! Anche il Presidente della Repubblica Italiana ha scelto questa via!!) e delle imprese statali (vedi l’assurdo che la RAI paga compensi stratosferici … di mercato (dicono), mentre la gente è stremata e presto non potrà più neppure pagare il canone, perdendo anche quel minimo di divertimento offerto da una TV-spazzatura!!;
- non abbiamo altra alternativa:
Sì ad Obama … NO alla burocrazia !!!

Ma i Sindacati da che parte stanno??
Anche loro sono chiamati a dare delle risposte –forte e chiaro- non possono trincerarsi dietro l’idea che … il sistema è capace di risolvere i problemi di tutti. Sarebbe una pura e folle presunzione che (come purtroppo la storia insegna) porta solo al disastro: al fallimento totale !!!

Nessun commento:

Posta un commento